Investire In Borsa Con il trading online

Il trading online rappresenta un’ottima opportunità di guadagno, sicuramente quella potenzialmente più prolifica fra le tante che vengono pubblicizzate all’interno del novero dei famigerati “sistemi di guadagno online”. Ma la speculazione finanziaria è molto più che un semplice “sistema di guadagno”, ed in effetti questa dicitura non solo trae in inganno persone potenzialmente interessate a questo mondo, ma fa anche il gioco dei tanti furbetti che popolano il settore e che non mancano certo di guadagnare in maniera poco lecita sulle spalle di altre persone.

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75% di conti di investitori al dettaglio che perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuti se può permettersi di correre questo alto rischio di perdere il Suo denaro.

Il trading online rappresenta un’ottima opportunità di guadagno, sicuramente quella potenzialmente più prolifica fra le tante che vengono pubblicizzate all’interno del novero dei famigerati “sistemi di guadagno online”.

Ma la speculazione finanziaria è molto più che un semplice “sistema di guadagno”, ed in effetti questa dicitura non solo trae in inganno persone potenzialmente interessate a questo mondo, ma fa anche il gioco dei tanti furbetti che popolano il settore e che non mancano certo di guadagnare in maniera poco lecita sulle spalle di altre persone.

Il trading online è una disciplina con dei tratti quasi artistici, che nella sua generosa offerta di guadagni potenziali miete molte vittime.

Una percentuale compresa fra il 75% ed il 95% dei trader reatail perde denaro, ma non fatevi ingannare dai numeri: non è certo detto che l’altro 5 / 25% si possa dare alla pazza gioia con dei guadagni faraonici. A questa percentuale vanno poi sottratti i trader con un conto in pari, senza dimenticare di quel gremito gruppo di operatori che rientrano tecnicamente fra quelli che guadagnano, ma il cui conto registra positivi minimi, senza possibilità di rappresentare un’entrata stabile.

Insomma, il trading non è certo una materia adatta a chi non ha davvero voglia di impegnarsi.

Quindi, i trader che ricadano in questa categoria possono smettere di sognare ad occhi aperti: il trading regalerà loro pochissime, effimere gioie, e le farà pagare con delle sonore perdite non solo in termini di capitale monetario, ma anche psicologico.

Ma chiunque fosse disposto a lavorare seriamente per diventare un bravo trader, sicuramente potrò giovare del materiale che si trova su questo sito.

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IL TRADING: CHE COS’E?

Il trading è la compravendita di strumenti finanziari.

Sostanzialmente, un trader effettua delle analisi di prezzo -o imposta dei trading system che lo facciano per lui- e sulla base dei risultati della suddetta analisi decidere se acquistare o vendere allo scoperto un determinato strumento finanziario.

Nel caso in cui si tratti di un’operazione con ottica rialzista -long-, il trader mirerà a rivedere, in un momento futuro, lo strumento finanziario ad un prezzo più alto. La differenza, in quel caso, sarà il suo guadagno.

Facciamo un esempio pratico.

Supponiamo che Mario sia interessato a comprare 1000 azioni Fiat, ad un prezzo di 10 euro l’una. Mario inserirà un ordine di acquisto, e nel momento in cui questo viene eseguito -solitamente ci vogliono pochissimi secondi-, Mario avrà comprato 1000 azioni Fiat a 10 euro l’una, per un totale di 10.000 euro investiti.

Ora, supponiamo quindi che il prezzo salga. Dopo una settimana, le azioni Fiat quotano ad 11 euro l’una, e Mario decide di monetizzare la sua posizione. In questo caso, il suo guadagno sarà di 1 euro ad azione, e quindi di ben 1000 euro, ai quali dovrà sottrarre i costi commissionali.

LE OPERAZIONI SHORT

Ma quindi per guadagnare sul mercato, dobbiamo necessariamente aspettare che il mercato salga?

No. Non è necessario scommettere su una salita -o “apprezzamento” di un determinato strumento finanziario per realizzare dei profitti. Possiamo infatti guadagnare anche dalla discesa di un titolo, andando a vendere uno strumento prima di ricompralo.

Sembra contro intuitivo? Andiamone a vedere il funzionamento.

Mario si trova davanti al grafico di Fiat, che adesso quota ad 11 euro. Dopo aver incassato il guadagno, ed aver assistito ad un apprezzamento delle azioni del 10%, Mario svolge le sue analisi e conclude che, a suo parere, valga la pena scommettere su un deprezzamento del titolo.

Ma come fare per guadagnare da un’eventuale discesa?

Qui, entra in gioco il broker. Sostanzialmente, il vostro intermediario finanziario andrà a prestare delle azioni Fiat a Mario, che poi le rivenderà sul mercato, ad altri operatori che invece abbiano interesse a comprare lo stesso strumento. In quel momento, Mario si prenderà l’impegno di ricomperare, in un momento futuro, le azioni che aveva venduto al mercato.

Ed ecco che, improvvisamente, Mario si ritrova a sperare in un ribasso del prezzo.

Avendo venduto ad 11, deve ricomprare ad una quotazione inferiore per realizzare un profitto, mentre in caso di salita del prezzo dovrà chiudere la posizione in perdita.

SU QUALI STRUMENTI E’ POSSIBILE FARE TRADING?

In realtà, la lista degli strumenti finanziari che è possibile comprare e vendere è lunghissima, ben oltre i classici strumenti più conosciuti. In ogni caso, se si parla di speculazione pura e non di investimento, è raro che un operatore si trovi a tradare su altri strumenti oltre ai seguenti.

AZIONI: Sono lo strumento finaziario per eccellenza. Le azioni sono letteralmente quote di una società, la quale si è quotata in borsa per ricevere un finanziamento dal pubblico, che crede nell’azienda. Un esempio di azioni può essere la già nominata Fiat, ma anche Facebook, Tesla, Bayer, Fincantieni, e tante altre ancora. Gli indici borsistici sono in realtà moltissimi, se ne contano a decine solamente fra i maggiori. In Italia, l’indice più importante è il FTSE Mib 40, nel quale sono quotate le 40 azioni più grandi per capitalizzazione fra quelle italiane.

FUTURES: Gli indici non sono tradabili direttamente. Non si possono acquistare. Non possiamo avere una parte di FTSE Mib 40, né di DOW JONES 30 o di NASDAQ100, quindi per guadagnare dal movimento di questo indici -la cui fluttuazione di prezzo è costante- dovremmo affidarci a degli strumenti chiamati futures. Un contratto futures altro non è che un accordo fra due parte che conferisce ad entrambi il diritto di acquistare o vendere, in un dato momento futuro, un determinato strumento ad un prezzo concordato.

Un po’ di confusione? Procediamo con ordine.

I contratti futures sono nati con scopi ben diversi dall’assecondare la fame di speculazione di trader ed operatori in generale; il loro fine era quello di tutelare i commerciati da possibili escursioni di prezzo dovute ad eventi non prevedibili. Erano ad esempio molto usati dai coltivatori, che avevano interesse a stabilire, con i loro clienti, un prezzo a cui avrebbero potuto vendere il proprio grano ad un anno di distanza.

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In sostanza, una volta stipulato un contratto che prevedeva la vendita di una certa quantità di grano ad un prezzo X, il coltivatore aveva il diritto, alla scadenza del contratto, di concludere lo scambio a quel prezzo, indipendentemente dal prezzo che il grano aveva raggiunto nel frattempo. Il fine, in questo caso, era tutelarsi dalla possibilità che il prezzo potessere scendere troppo e che, a distanza di un anno, non fosse conveniente -o fosse meno conveniente- vendere il proprio prodotto.

Per quale motivo un cliente avrebbe dovuto concordare con un simile patto? Semplice: per proteggersi dal rischio di un rialzo dei prezzi che avrebbe reso troppo oneroso comprare il prodotto del coltivatore.

In sostanza, stabilito un prezzo che soddisfacesse le parti, entrambe si impegnavano a concludere uno scambio, in certo momento futuro, a quel prezzo.

Concluso questo breve excursus, torniamo ai giorni nostri.

I contratti futures oggi sono utilizzati non solo sulle materie prime, le commodities e tanto altro, ma anche sugli indici finanziari.

In questo modo, sebbene non si possa acquistare direttamente un indice, possiamo andare a scommettere sul rialzo -o sul ribasso- di un determinato paniere di titoli acquistando questo strumenti, che replicano l’andamento del sottostante -indice- ma hanno il vantaggio di essere scambiabili, quindi acquistabili.

VALUTE

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare del Forex.

Pochi bracci alzati? Non è certo una sorpresa.

Il Forex, o FOReign EXchange market, è il mercato delle valute, dove è possibile acquistarle a coppie, l’una contro l’altra.

Avete mai visto o sentito parlare di EURUSD? Bene, è il modo in cui viene indicato il tasso di cambio fra l’Euro ed il Dollaro Statunitense -da non confondere con quello canadese, australiano, o neozelandese, indicati da sigle diverse-. Questo tasso di cambio oscilla costantemente, e come ogni strumento con una quotazione che presenti degli scostamenti, si presta alla speculazione finanziaria.

Il mercato del Forex offre moltissime coppie di valute che principalmente vengono suddivise in tre categorie: Majors, Minors, Exotics.

Nella prima categoria troviamo i cambi più liquidi, come ad esempio Euro/Dollaro Statunitense -EURUSD-, Sterlina/Dollaro Statunitense -GBPUSD-, lo Yen sia contro l’Euro che contro il Dollaro Statunitense -rispettivamente EURJPY e USDJPY-, ed altri.

Le altre due categorie -Minors ed Exotics- comprendono altri cambi molto meno liquidi, che hanno costi di transazione -spread o commissioni- più alti.

C’è un motivo per cui il mercato del Forex è così conosciuto da essere diventato oramai un sinonimo della parola trading, e la motivazione si chiama…

LEVA FINANZIARIA

Vi ricordate quanto letto sui contratti futures? Bene, ciò che non è stato ancora detto è che ogni contratto Futures ha bisogno di un determinato controvalore per essere negoziato.

Supponiamo ad esempio di voler comprare un contratto di EURUSD, per scommettere su un apprezzamento -o deprezzamento- dello stesso, quanto dovremmo avere?

La risposta è: 100.000 euro.

Ebbene sì, un contratto intero costa la bellezza di 100.000 euro. Tanto è ciò che dovreste sborsare per poter speculare sulle oscillazioni di questo cambio.

Ma come può il trading essere diventato così popolare con delle soglie tanto alte?

In realtà, pochissimi trader hanno a disposizione quelle cifre. Certamente, la stragrande maggioranza degli operatori che si affaccia per la prima volta sul mercato non ha una frazione di quella cifra. Ed ecco quindi che entra in gioco un concetto molto gradito ai più -sebbene abbia anche molti detrattori- quello della leva finanziaria.

La leva finanziaria-o marginazione- serve per permettere ad un trader di operare anche con meno del capitale necessario per acquistare un contratto. In sostanza, il broker presterà dei fondi all’operatore, che a quel punto avrà tutto ciò che gli serve per poter operare.

Avete mai sentito parlare di leva 1:100, 1:400 o anche più? Quel rapporto indica il ratio fra i fondi che avete e quelli che potete contrattare.

Supponiamo di aver aperto un conto con Etoro e versatovi sopra 1.000 euro. Sono ovviamente pochissimi per tradare un contratto intero, si arriva ad un centesimo di quello che servirebbe per contrattare un singolo futures EURUSD, ma andando a moltiplicare i nostri fondi -1000- per la leva offerta dal broker-400-, ecco che improvvisamente abbiamo 400.000 euro, una cifra sicuramente adatta alle prime speculazioni.

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La leva finanziaria però -ed è bene precisarlo- è tutt’altro che una panacea per i mali di ogni trader.

Lo svantaggio infatti è uno solo, ma potenzialmente letale.

La leva è infatti un acceleratore. Non colma le lacune del trader in quanto a preparazione tecnica, padronanza emotiva o altro, consente solo di operare con un capitale virtualmente più ampio. Ciò vuol dire che i trader preparati andranno incontro a guadagni più veloci, mentre gli avventurieri senza preparazione perderanno in parte -o in tutto- il proprio capitale in tempi brevissimi.

Con quali broker cominciare a fare trading?

Questo è passaggio che deve essere compreso fino in fondo: la scelta di un buon intermediario finanziario è di fondamentale importanza per la buona riuscita della nostra operatività. Un broker affidabile non solo ci consente di ottenere condizioni contrattuali più favorevoli, ma anche di dormire sonni tranquilli sapendo che i nostri soldi sono in mani sicure.

E’ importante sottolineare una cosa: le ricerche sul proprio broker devono sempre essere svolte in maniera indipendente.

Detto questo, ci sentiamo di raccomandarne tre: Plus500, Oanda, ActivTrades.

Questi broker vi consentiranno di aprire un conto demo in maniera molto agevole per cominciare a fare le prime operazioni con denaro virtuale e prendere confidenza con la piattaforma, e successivamente di fare trading “in real” -quindi con i vostri soldi reali- anche con capitali molto ridotti tramite i CFD.

Insomma, cosa ve ne pare?

In questo portale troverete recensioni di broker, società per azioni, ed articoli generici sui fondamentali dell’attività di trading.

Vi auguriamo una buona lettura dei nostri contenuti.

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